Scopri i dati dell’Osservatorio Inps: Nord-Ovest in testa, calo dei lavoratori stranieri e italiani tra colf e badanti.
I contratti di lavoro domestico regolari, in Italia, sono 833.874, in flessione per il secondo anno consecutivo (-7,6% rispetto al 2022) dopo i consistenti incrementi del biennio 2020-2021 dovuti in grande parte all’effetto lockdown e all’entrata in vigore della norma che ha regolamentato l’emersione di rapporti di lavoro irregolari. I dati sono stati diffusi il 20 giugno scorso, durante la presentazione dell’annuale Osservatorio Inps alla mattinata di studio che l’Istituto di previdenza ha organizzato a Roma insieme a Nuova Collaborazione.
La fotografia è chiara e può essere approfondita scaricando dal sito Inps l’intero report. Nel 2023 la distribuzione territoriale dei lavoratori domestici in base al luogo di lavoro rivela che il Nord-Ovest è l’area geografica che, con il 30,7%, presenta il maggior numero di lavoratori. Seguono il Centro (27,6%), il Nord-Est (19,9%), il Sud (12,2%) e le Isole (9,6%). La regione che presenta il maggior numero di lavoratori domestici, sia maschi sia femmine, è la Lombardia, con 162.227 lavoratori nel 2023 (19,5%), seguita dal Lazio (14,1%), dalla Toscana (8,8%) e dall’Emilia Romagna (8,6%). In queste quattro regioni si concentra poco più della metà dei lavoratori domestici regolari in Italia.
L’Osservatorio Inps si sofferma poi sulla composizione dei lavoratori per nazionalità. «C’è una forte prevalenza di lavoratori stranieri – vi si legge –. Nel 2023 risultano essere il 68,9% del totale, quota
che conferma il trend decrescente iniziato nel 2022. Nell’ultimo anno il numero dei lavoratori stranieri è diminuito del -8,3%; in diminuzione risultano anche i lavoratori italiani con una flessione pari al -5,8%. La regione con il maggior numero di lavoratori domestici stranieri è la Lombardia, a quota 129.556 (il 22,6% del totale dei lavoratori domestici stranieri), a seguire il Lazio (16,4%) e l’Emilia-Romagna (9,9%); la maggior parte dei lavoratori domestici italiani, invece, lavora in Sardegna (14,9% del totale dei lavoratori domestici italiani)».
I dati del triennio 2021-2023 mostrano «un trend dinamico e generalizzato in tutte le regioni, sia i lavoratori italiani sia stranieri: «Tra il 2021 e il 2023 si rileva una diminuzione rispettivamente pari al -11,6% e al -15,5%. A livello regionale nell’ultimo anno i lavoratori domestici italiani diminuiscono in tutte le regioni e in modo particolare in Molise (-11,6%), Calabria (-11,2%) e Campania (-9,5%), come i lavoratori domestici stranieri che fanno registrare i maggiori decrementi in Calabria (-13,1%), Puglia (-12,5%) e Campania (-12,3%). Rispetto alla zona di provenienza, nel 2023 l’Europa dell’Est continua ad essere la zona geografica da cui proviene la maggior parte dei lavoratori domestici con 297.373 lavoratori, pari al 35,7% del totale dei lavoratori domestici, seguiti dai 259.689 lavoratori di cittadinanza italiana (31,1%), dai lavoratori del Sud America (8,1%) e dell’Asia Orientale (5,8%). Dieci anni fa la quota di lavoratori dell’Est europeo era pari a 45,4% contro il 23,4% dei lavoratori italiani».
Analizzando i dati dei lavoratori domestici per tipologia di rapporto e zona geografica di provenienza, si osserva una prevalenza della tipologia di lavoro “Colf”, che nel 2023 interessa il 50,4% del totale dei lavoratori, contro il 49,6% della tipologia “Badante”, dieci anni fa la quota delle colf era decisamente maggioritaria, con il 59,2% dei lavoratori. La tipologia “Colf” è prevalente tra i lavoratori italiani e quasi tutti i lavoratori stranieri, ad eccezione di quelli provenienti dall’Europa dell’Est, dall’Asia Medio Orientale, dal Nord Africa e dall’America Centrale, in cui prevale la tipologia “badante”. Nel 2023 il numero di badanti, rispetto all’anno precedente, registra un decremento pari a -4,4%, che interessa quasi tutte le zone di provenienza, la diminuzione più elevata riguarda i lavoratori provenienti dall’America del Nord (-21,1%). Più importante è stata la flessione delle colf (-10,5%), che ha riguardato in particolare i lavoratori provenienti dall’Africa del Nord (-33,0%) e dall’Asia Orientale (-26,2%), mentre il minor decremento viene fatto registrare da quelli provenienti dalle Filippine (-4,5%).
[Fonte: Nuova Collaborazione, Mondo Domestico – agosto 2024]