Presentazione al Senato dell’Osservatorio Domina sul lavoro domestico

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Il settore domestico in Italia occupa 900mila lavoratori, ma il settore resta tra quelli con il maggiore tasso di irregolarità

Il 2022 può essere considerato un anno di transizione per il lavoro domestico. Secondo gli ultimi dati disponibili di INPS, si è registrato un decremento quantitativo dei lavoratori domestici del 7,9% rispetto al 2021 (quasi 80mila lavoratori domestici in meno). Si tratta di un calo fisiologico dettato dalla fine degli effetti della “sanatoria”, la norma che ha consentito la regolarizzazione di molti lavoratori domestici stranieri e da una situazione di incrementi registrati nel biennio 2020-2021 causati da una maggiore regolarizzazione dei rapporti di lavoro durante la pandemia. In Italia i lavoratori domestici sono poco meno di 900mila e si tratta di un settore caratterizzato in prevalenza da una forte componente straniera (69,5% del totale), e da una prevalenza femminile (86,4%). In crescita anche il trend dei lavoratori domestici italiani (30,5%). In alcune regioni la loro presenza, oltre ad essere forte, è anche maggioritaria come nel caso della Sardegna in cui gli italiani rappresentano l’82,2% dei lavoratori domestici. Pur avendo una produttività piuttosto bassa rispetto ad altri settori economici, il lavoro domestico offre comunque un contributo positivo al PIL italiano nell’ordine dell’1%.

A scattare la fotografia di uno dei settori con il maggiore tasso di irregolarità (51,8% contro una media nazionale dell11,3% per gli altri settori economici), è il 5° rapporto annuale sul lavoro domestico, promosso dall’Osservatorio DOMINA. Le evidenze dell’indagine sono presentate in conferenza stampa mercoledì 31 gennaio 2024 a partire dalle ore 14 presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato della Repubblica.

Il rapporto offre una visione d’insieme di un settore in forte espansione a livello europeo dove vi è grande attesa per le annunciate riforme tra cui l’European Care Stategy. Il rapporto 2023 dell’Osservatorio DOMINA parte dall’analisi delle proposte di riforma, evidenziandone obiettivi e possibili linee operative, per poi offrire una visione d’insieme a livello nazionale e regionale dove il decremento dei lavoratori domestici non è affatto omogeneo. In alcune regioni – in particolare in Campania, Basilicata e Calabria, gli effetti della sanatoria sono stati più significativi, mentre in altre zone del paese il calo è stato meno importante proprio come in Sardegna dove i lavoratori domestici sono diminuiti del -1,9% rispetto al 2021. In ultimo il rapporto offre una mappatura a livello regionale delle norme, progetti pilota e forme di indennità per le famiglie che sia le amministrazioni locali sia i decisori politici possono valutare per elaborare politiche a sostegno della famiglia.

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